Domenica Gloria, dopo aver visto il video di Pipin e Audry sul blog, ha rispolverato dalla libreria il libro che uscì 2 anni fa sulla straziante storia d’amore dei due campioni d’apnea.
Nel Blu Profondo è appunto una storia d’amore, ossessione e morte: il recordman cubano Francisco Ferreras, detto Pipìn, racconta in prima persona la sua vita e il suo amore per l’apneista francese Audrey Mestre, scomparsa a soli ventisette anni nelle acque della Repubblica Dominicana il 12 ottobre 2002, nel tentativo di stabilire un nuovo record di apnea in assetto variabile No Limits immergendosi a -170 metri, come recita la seconda di copertina.
I dieci capitoli, dedicati ad Audrey, si inchiodano fra le mani e sono corredati da un ottimo e completo apparato iconografico.
Le vicende dell’avventurosa vita del profondista scorrono come un fiume in piena e trasportano il lettore con tutta la loro gioia, passione e sofferenza, in una parola: umanità. Pipìn racconta infatti se stesso e i propri difetti con semplicità e con la grande sincerità di un uomo messo a nudo dal dolore per la perdita della giovane e bellissima moglie.
Una perdita che all’epoca ferì e impressionò anche tutto il mondo dell’apnea, infatti, come ci racconta Ferreras, le polemiche non ebbero limiti e così le accuse e le difese.
Questo libro propone lo spunto per cercare di riflettere in maniera più matura sulla natura degli incidenti subacquei. Nessuna descrizione di immersioni tropicali e magiche nuotate con i delfini riesce, infatti, ad attutire il sordo e desolato dolore di cui sono intessute le pagine.
Per contro però, bisogna rimarcare il fatto che Pipìn non lascia il lettore alla deriva dell’ignoranza: il racconto è ricco di spiegazioni e informazioni sulla tecnica, sulla storia e sulla fisiologia dell’apnea e dell’immersione con autorespiratore. Questi dettagli tecnici sono ribaditi e così ben accorpati nel racconto che qualsiasi neofita ne trarrà cultura senza neanche accorgersene.
C’è anche però pane per i denti dei più esperti. Il recordman non è affatto avaro nelle descrizioni delle sensazioni che prova delle sue impressionanti discese e delle modalità di svolgimento delle stesse: la profondità, la spaventosa pressione, la famosa compensazione bagnata, tramite cioè allagamento delle viee aeree superiori, e molto altro.
Sono molto interessanti anche le notizie che contestualizzano la vicenda, ovviamente dal punto di vista dello scrittore, che si trova ad avere a che fare con altri protagonisti dell’apnea e racconta gli incontri con personaggi come Maiorca, Mayol, le sfide con Umberto Pelizzari, i problemi con le organizzazioni come l’Aida, il rapporto con i media e con gli sponsor.
In conclusione direi che è il caso di trovare un po’ di spazio e tempo per leggere questo racconto, magari durante le ferie tra una passeggiata in mare e l’altra (o tra un fiordo e l’altro).
Consigliato a chi ama le forti emozioni!
Si legge “tutto d’un fiato”!!!